Periodicamente, sono assalito da pensieri, collegabili a previsioni contenute nella Scrittura a proposito di come il mondo potrebbe finire.
Prima di cambiare pagina e catalogarmi come un pazzo ed un visionario, vi prego di leggere quanto segue.
So da me che il campo in cui mi avventuro, in questi frangenti, è pesantemente minato, scivoloso, azzardato: ho sempre presente l’ammonimento del Cristo, secondo il quale non spetta a noi conoscere ‘quando accadranno queste cose’ (Matteo, 24, 36).
Di più: ha detto di non saperlo neanche il Figlio in quanto cosa ‘riservata’ al Padre. Il che è tutto dire!
Tuttavia, quello stesso Cristo che così ammoniva e metteva in guardia da avventati vaticini, lasciò ‘indizi’ chiari, tutti riportati dai Vangeli, del sopravvenire delle fine del tempo: a cominciare da quelli contenuti nei versetti che precedono il predetto ammonimento.
Con un intento solo ‘pedagogico’ (aiutarci a stare ‘pronti’ per ogni ora, a cominciare dalla propria)? Può darsi: ma, se ciò è verità fino in fondo, ci deve essere dell’altro e questo ‘altro’ va collocato nella storia umana.
A questa ‘ambiguità’ (peraltro apparente) dei Vangeli si aggiungono altre azioni ‘frenanti’ rispetto a previsioni e azzardi ‘lanci’: la cautela della Chiesa ed il suo opporsi con forza decisa ad ogni millenarismo.
Più personalmente (e affettivamente) un fatto della carriera del mio più forte e seguito ispiratore: Vittorio Messori.
Il quale dedicò un intero libro -per me il più caro dei suoi- al mistero della Morte ‘promettendo’ in quel testo che un altro ne sarebbe seguito proprio in ordine alla morte non più del singolo, ma del tempo, della storia stessi.
Promessa mai mantenuta: troppo scivoloso, appunto, infido, meritevole di attenzioni supreme un campo, come quello apocalittico, così ‘segnato’ dall’ammonimento di Gesù.
Dunque ‘calma e gesso’ sono messi ampiamente nel conto di questa mia decisione.
Che accompagno ad un duplice invito: ciò che pubblico sotto il titolo di ‘Suggestioni pessimiste’ va preso per quello che è; un insieme di suggestioni, appunto, che come tali anzitutto vanno trattate, senza alcuna pretesa di ‘scientificità’.
Il secondo invito: le suggestioni sono definite ‘pessimiste’ perchè richiamano -in vari modi- l’idea di una fine; tuttavia sono io stesso a definirle così: un po’ perchè al cristiano non è concessa una visione catastrofica, perchè la storia è già redenta ed il suo sbocco è la venuta definitiva di Colui che l’ha riscattata; un po’ perchè va lasciato (ed io stesso mi lascio) uno spazio: quello della libertà che genera l’imprevisto e l’imprevedibile e, con essi, apre il cuore umano sempre alla speranza.
Con queste premesse (credetemi, non spiegate solo per accreditarmi come un soggetto sano di mente), vanno lette e giudicate le mie ‘suggestioni pessimiste’.
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